AFI AL FIANCO DEL GRANDE DIRETTORE D’ORCHESTRA
Il presidente dell’Associazione Fonografici Italiani Sergio Cerruti: “Sono grato al musicista per le sue dichiarazioni e sono sicuro che insieme saremo altrettanto grati non appena la tv di Stato onorerà quel ritrovato spirito di collaborazione esternato a mezzo stampa. Ricordo che il pagamento dei diritti musicali non è un favore agli artisti, ma un dovere e un obbligo previsto dalla legge”
“Sono grato al Maestro Beppe Vessicchio per le sue dichiarazioni e sono sicuro che insieme saremo altrettanto grati non appena la Rai onorerà quel ritrovato spirito di collaborazione esternato a mezzo stampa, affrontando le problematiche da noi aperte che da anni attendono una risoluzione”, risponde il Presidente di AFI Sergio Cerruti dopo le dichiarazioni del rinomato direttore d’orchestra (anche lui, non affiliato all’AFI, ha dichiarato ieri di aver aperto un contenzioso con la Rai per diritti musicali non riconosciutigli economicamente, come ha fatto l’Associazione Fonografici Italiani). “Da parte nostra, ribadiamo di mettere a disposizione le competenze tecniche dell’Associazione per assistere l’emittente televisiva in tutti i procedimenti di verifica interna, qualora questa li voglia avviare, al fine di identificare quale è stata l’anomalia e quale potrà essere la soluzione per fare in modo che non si ripeta più”.
“Per fugare ogni dubbio mi sento però anche in dovere di esprimere un senso di stupore nei confronti della comunicazione diffusa da Rai in risposta alla nostra accusa di non pagare i diritti agli artisti e autori musicali. Mi chiedo, infatti, come facciano a sorprendersi dopo la copiosa documentazione e le numerose richieste di incontro che, sul tema, abbiamo inviato ai vertici dell’azienda. Oltre sei lettere formali inviate al Dott. Fuortes e alle cariche apicali – le cui prime risalgono a quasi un anno fa (17 settembre 2021/17 novembre 2021) – che hanno ricevuto solo un’unica risposta arrivata lo scorso 28 luglio nella quale si ribadiva l’esistenza di un tavolo tecnico di approfondimento che nella realtà non è mai partito”, dichiara Cerruti. “Viene il sospetto che le dichiarazioni rilasciate siano un tentativo mal riuscito di provare a nascondere quella mancanza di trasparenza che da troppi anni alberga nei pressi di viale Mazzini. Come ho già detto, il pagamento dei diritti musicali non è un favore agli artisti, ma un dovere e un obbligo previsto dalla legge. Di conseguenza, i milioni pagati dichiarati nella comunicazione diffusa dalla RAI sono noti e dovuti in base al repertorio utilizzato all’interno dei suoi programmi. Ora è però arrivato il momento di parlare anche di quelli non dichiarati e non pagati.”
“Una mancanza di trasparenza che vale milioni di euro e che noi siamo riusciti a quantificare, per quanto possibile, solo grazie ad un’indagine interna. Questo accade perché, contrariamente alle altre emittenti, la RAI è l’unica che non fornisce – sebbene imposto per legge (rispetto alla quale abbiamo chiesto l’intervento di AGCOM) – le informazioni sufficienti a garantire la lista analitica del repertorio dalla stessa utilizzato. Uno strano cambio di passo della tv di Stato che, fino a una ventina di anni fa, faceva del rendiconto degli utilizzi il suo fiore all’occhiello, perduto nel tempo insieme a quel necessario miglioramento infrastrutturale e tecnologico che l’azienda ha parzialmente implementato solo recentemente”, incalza il presidente. “Aggiungo, pur credendo che l’onere della prova sia in capo all’azienda e non a noi, che in passato la RAI ci ha già corrisposto il riconoscimento di diritti non pagati. Segnale chiaro ed evidente che quanto da noi portato a conoscenza pubblica abbia delle solide fondamenta di verità, dalla stessa ammesse nel momento del pagamento. Si è tutto arenato all’interno di un tavolo tecnico – che a questo punto chiediamo e speriamo di riaprire – attraverso il quale si doveva trovare una soluzione ai milioni dovuti agli artisti e autori e inspiegabilmente fermi nelle casse. dell’azienda. Un tavolo, se dobbiamo proprio parlare di operatività disorganica, non si è mai attivato per inerzia della stessa azienda pubblica, non certo per volontà nostra.”
“Siamo di fronte a un’ingente quantità di denaro che la RAI non ha distribuito agli aventi diritto, siano questi referenti o meno ad autori uniti sotto una medesima società (che comunque non è il beneficiario ultimo delle somme richieste) poco importa. Sicuramente l’unione fa la forza e questo lo dimostra anche la storia dei noti autori, tra cui anche il Maestro Vessicchio come da lui stesso dichiarato, che da soli hanno provato ad affrontare il colosso della tv e sono finiti nelle pile di pratiche volutamente inevase o tra le lungaggini dei tribunali italiani, esiliati dalla possibilità di continuare a lavorare. Da Viale Mazzini, infatti, reagiscono così: se provi a chiedere ciò che ti spetta di diritto non solo ti spingono a costose e infinite pratiche legali – quasi come se dentro i tribunali fossero convinti di rimanere impuniti – ma ti inibiscono la possibilità di continuare a svolgere il tuo lavoro”.
Dall’AFI si ribadiscono lieti di questo ritrovato spirito di collaborazione affermato da RAI, augurandosi che si possa trattare di una reale volontà e non di un altro modo per lasciarli seduti nella sala d’attesa dei problemi irrisolti. Su una cosa in particolare si dichiarano piuttosto d’accordo: lasciare liberi i tribunali di occuparsi di temi e questioni più importanti. Pertanto, a fronte del rinvenuto spirito di collaborazione della tv di Stato, dall’Associazione si aspettano di ricevere una convocazione nelle prossime ore che sia spinta dalla sola volontà di trovare una soluzione alla questione. Conclude Cerruti con la sua ormai conosciuta verve ironica: “RAIdateci i soldi”.
Rassegna Stampa:
Il Fatto Quotidiano – Vessicchio: “Rai, il trattamento e’ inqualificabile” – Il Fatto Quotidiano
Rockol.it – Vessicchio: “Rai, il trattamento e’ inqualificabile” – Il Fatto Quotidiano