DAL 15 NOVEMBRE IN LIBRERIA L’ALBUM DI ROBERTO VECCHIONI “CANZONI PER I FIGLI”
IL COFANETTO CHE RACCHIUDE IL CD E IL LIBRO
“LA VITA CHE SI AMA. STORIE DI FELICITA’” (EINAUDI)
LA RACCOLTA DELLE CANZONI DEDICATE AI FIGLI IN UNA VERSIONE INEDITA
Il CD contiene nove brani e la poesia musicata “Che c’eri sempre”, dedicata alla mamma
Seguirà il Tour nei più prestigiosi teatri italiani
Roma 03.11.2016 – In libreria dal 15 novembre “Canzoni per i figli”, il nuovo album di Roberto Vecchioni, prodotto Danilo Mancuso per D.M.E., sarà contenuto in un cofanetto, in abbinamento all’ultimo libro “La vita che si ama. Storie di felicità”, edito da Einaudi. Il cantautore è tornato in studio di registrazione tre anni dopo il disco d’oro “Io non appartengo più” per incidere le nove canzoni dedicate ai figli e il brano inedito “Che c’eri sempre”, poesia musicata scritta per la mamma.
La musica e la letteratura, universi di riferimento imprescindibili e componenti identitarie del cantautore si fondono in un lavoro nel quale Roberto Vecchioni padre si racconta ai suoi figli Francesca, Carolina, Arrigo ed Edoardo. Le canzoni sono tutte presenti nel libro e ne costituiscono parte integrante.
“Canzoni per i figli” è un disco che racchiude i brani molto amati del repertorio del cantautore con il nuovo arrangiamento di Lucio Fabbri, dai capolavori più conosciuti – “Figlia” e “Le Rose Blu” – a quelli meno noti – “Canzone da lontano” e “Un lungo Addio” – riarrangiate, risuonate, ricantate e riconcepite, sino a discostarsi, in alcuni casi, dall’originale come ad esempio nel brano “Quest’uomo”.
E’ un lavoro acustico, scarno nel senso che rinvia alla scoperta dell’essenza delle cose, nel quale prevalgono la chitarra, il violino e il piano, con alcuni inserimenti di basso e batteria. La “band storica”, costituita da Lucio Fabbri (pianoforte e violino), Massimo Germini (chitarra acustica), Marco Mangelli (basso), Roberto Gualdi (batteria) ha tributato Vecchioni, creando un tappeto musicale delicato e intimo. L’impianto compositivo è classico, è quello della poesia accompagnata da uno strumento, quasi come se la voce matura e puntuale del cantautore si “appoggiasse” alla chitarra e al violino e gli altri strumenti costituissero un contorno.
Tra le sorprese, “Canzone da lontano”, delicata e tenera ninna nanna scritta per Francesca, tratta dall’album Montecristo ormai introvabile, la versione recitata di “Figlio figlio figlio” e l’arrangiamento nuovo di “Un lungo addio”, dedicata a Carolina.
I brani sono tenuti insieme da un filo narrativo che parte dal racconto del “mestiere” di padre, di quell’uomo che ha insegnato “la grandezza della malinconia”, sentendosi buffo e ridicolo nell’aspettare dietro la porta che i figli tornassero a casa (“Quest’uomo”) e si conclude con un ribaltamento dei ruoli perché quello stesso uomo diventa figlio e si rivolge alla madre con la canzone “Dimentica una cosa al giorno” e il monologo profondo e toccante “Che c’eri sempre”, commentato musicalmente dalla chitarra e dal violino. Un’opera nuova, la colonna sonora perfetta per accompagnare la lettura di un libro pieno di memoria e di felicità, un’ouverture per percorrere attraverso l’ascolto in sequenza dei dieci brani la bellezza e la difficoltà di essere padre e di riscoprirsi infine figlio, perché, come scrive Vecchioni, “non si è felici nell’imperturbabilità, ma nell’attraversamento del vento e della tempesta”.
Tracklist
- Le rose blu
- Quest’uomo
- Figlia
- La mia stanza
- Canzone da lontano
- Piccolo pisello (a Ghigo)
- Figlio figlio figlio
- Un lungo addio
- Dimentica una cosa al giorno
- Che c’eri sempre
Roberto Vecchioni
Cantautore è uno dei padri storici della canzone d’autore in Italia. Per Einaudi ha pubblicato Viaggi del tempo immobile (1996), Le parole non le portano le cicogne (2000), Parole e canzoni (2002), Il libraio di Selinunte (2004), Diario di un gatto con gli stivali (2006), Scacco a Dio (2009), Il mercante di Luce (2014) e La vita che si ama (2016). Con i suoi libri ha vinto numerosi premi, tra cui il Cesare Pavese, Il Choise Montale, l’Elsa Morante. Professore di greco e latino per tanti anni, è attualmente docente di Forme di poesia in musica presso l’Università di Pavia. Roberto Vecchioni è l’unico artista ad aver vinto il Premio Tenco (1983), il Festivalbar (1992), il Festival di Sanremo (2011) e il Premio Mia Martini della critica (2011).
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